I sofisti


CHI SONO I SOFISTI ?

I sofisti possono essere considerati i primi insegnanti a pagamento della storia.
Con i sofisti l'esercizio del sapere diventa un mestiere, che essi esercitano spostandosi da un luogo all'altro in cerca di discepoli, circostanza che consente loro di acquisire una mentalità aperta e cosmopolita.
Il termine "sofista",che nell'antichità significava letteralmente "sapientissimo", nel significato di questo termine sembrano essere confluite quelle connotazioni negative che al movimento sofistico erano state attribuite dai filosofi posteriori,ad esempio da Platone e da Aristotele




IL PROGETTO EDUCATIVO DEI SOFISTI


I sofisti si muovono nel fecondo contesto culturale dell'Atene del V secolo; un ambiente antitradizionalista e critico, aperto alla discussione e al dibattito, di cui essi si fanno interpreti esemplari esprimendo un'inedita libertà di spirito e un'attitudine a utilizzare in modo spregiudicato la ragione in tutti gli ambiti. Il loro fine principale è quello del sapere, inteso come unico fondamento della virtù. Una virtù adatta al nuovo clima culturale e al nuovo ambiente cittadino caratterizzato dalla democrazia. La nuova virtù coincideva essenzialmente con la capacità di vivere in società, di saper partecipare ai pubblici dibattiti, di essere in grado di convincere gli altri della propria idea, di assumere decisioni rapide e condivisibili . Una virtù, che da una parte comportava il confronto civile e politico e, dall'altra, la padronanza ampia e sicura del linguaggio e della parola. I sofisti si dedicano pertanto a formare i giovani per renderli adatti alle nuove esigenze della vita sociale, mirando a offrire loro un sapere che abbia un risvolto pratico e operativo,cioè orientato al successo e alla riuscita individuale, si impegnano ad addestrarli nella complessa  "arte politica".


PROTAGORA

L'UOMO COME CRITERIO DI GIUDIZIO DELLA VITA REALE

Protagora è il pensatore più originale del movimento, famoso in tutta la Grecia per la sua straordinaria eloquenza. A lui la tradizione attribuisce la celebre affermazione secondo la quale "L'uomo è misura di tutte le cose, delle cose che sono in quanto sono,delle cose che non sono in quanto non sono".
In primo luogo, "uomo" può essere inteso come l'individuo singolo e,dunque, l'affermazione significherebbe che le cose appaiono diverse a seconda dei punti di vista soggettivi. In secondo luogo, il termine "uomo" può essere interpretato come "umanità", "genere umano", e dunque Protagora si riferirebbe al fatto che la percezione e la valutazione della realtà dipendono dalla particolare conformazione mentale degli uomini. L'ultima prospettiva è quella che attribuisce al termine "uomo" il significato di "civiltà" o "popolo", e pertanto equivale a una forma di relativismo culturale, secondo cui le cose sono valutate in modo diverso a seconda delle abitudini e delle convinzioni della comunità a cui gli uomini appartengono. Ciò che emerge dal frammento protagoreo è dunque una visione relativistica: non esiste una verità assoluta. Allo stesso modo, non vi è una legge naturale e universale che stabilisca che cos'è giusto e che cos'è  ingiusto, che cos'è  bene e che cos'è male. Il relativismo di Protagora riconduce tutte le conoscenze al contesto umano, sociale e culturale in cui si sono formate. Da questo punto di vista la sua concessione può essere considerata come una forma di "umanismo".
 



IL POTERE DELLA PAROLA 

Il criterio di giudizio secondo Protagora è rappresentato dall'utile, inteso come ciò che ci concorda essere il bene del singolo e della comunità. In tale ottica la parola assume  un ruolo di fondamentale importanza come strumento per raggiungere il consenso. Grazie ad essa è possibile confrontare le varie posizioni in campo e dialogare per raggiungere una prospettiva condivisa.
Coloro che possiedono gli strumenti logici ed espressivi più efficaci possono convincere gli altri della validità delle proprie posizioni. Protagora afferma di proseguire l'utilità comune,cui indirizza l'insegnamento della retorica, cioè l'arte di persuadere l'uditorio mediante un linguaggio chiaro,semplice e convincente. Il metodo protagoreo o metodo dell'antilogia si fonda sul presupposto che su ogni cosa sia sempre possibile addurre argomenti a favore e contrari.

LA POLITICA COME TECNICA DI TUTTE LE TECNICHE


Il sofista di Abdera delinea una particolare tesi dello sviluppo della civiltà, inteso come un progresso costante dovuto alle tecniche, grazie a cui l'uomo trasforma l'ambiente naturale sottomettendolo ai propri bisogni. Le tecniche per garantire la sopravvivenza del genere umano hanno bisogno della politica. Tale tecnica deve essere posseduta indifferentemente da tutti gli uomini. Fino a questo momento la cultura era stata intesa o come un sapere sacro o come un sapere specializzato. Ora si afferma l'idea che tutti siano dotati della virtù politica e che possano perfezionarla con l'educazione.


GORGIA


Con Gorgia il linguaggio non si identifica più,come aveva detto Parmenide,con l'essere, tra il linguaggio e le cose si pone un insanabile frattura.
Il sofista siciliano Gorgia sostiene che il discorso è tutto. Di qui l'elogio della parola come forza conquistatrice. Scrive Gorgia:
La parola e una potente signora, che pur dotata di un corpo piccolissimo e invisibile compie le opere più divine. 
Secondo questo sofista non esiste nulla di oggettivo, se anche le cose esistessero, non sarebbe possibile, per l'uomo, ne pensarle,ne conoscerle, ne comprenderle. Se anche fossero conoscibili non potrebbero essere comunicabili agli altri, perché il mezzo di comunicazione è la parola, la quale non può mai identificarsi con la realtà.

L'essere non esiste perché la sua esistenza implicherebbe una serie di contraddizioni logiche,come dimostra il fatto che le opposte tesi dei filosofi naturalisti si annullano reciprocamente.
Se anche esistesse non potremmo conoscerlo,perché il pensiero non rispecchia la realtà,come sta a dimostrare il fatto che possiamo pensare cose inesistenti.
Se anche fosse conosciuto non potrebbe essere comunicato attraverso le parole, che hanno una natura diversa rispetto alle cose.
Egli, dunque, riconosce che è impossibile affermare una verità assoluta intorno all'essere, perché l'uomo non possiede strumenti conoscitivi ed espressivi adeguati. La credibilità delle affermazioni viene ancorata alla forza persuasiva delle parole e non più a una presunta verità riconoscibile e condivisibile da tutti. Il linguaggio è un gioco, che affascina e conquista, è una forza ammaliatrice che permette di dominare e influenzare i sentimenti degli uomini. 
Per Gorgia l'esistenza è irrazionale e misteriosa e gli uomini non sono liberi ne responsabili, ma soggiogati da forze ignote e incontrollabili. 



.
GLI SVILUPPI DELLA SOFISTICA 

PRODICO E  L ARTE DEI SINONIMI


Prodico di Ceo, oratore politico ed educatore ebbe un interesse particolare per l'etimologia delle parole.
Riteneva, infatti,che le parole avessero un origine convenzionale, cioè che nascessero da un accordo dei popoli sui nomi da attribuire alle cose,e che attraverso l'indagine della loro storia si potesse ricostruire la civiltà delle varie comunità umane. Egli sviluppò anche una sottile e raffinata arte dei sinonimi, con cui classificò le molteplici sfumature dei differenti vocaboli aventi il medesimo significato allo scopo di evidenziare l'esistenza di una connessione tra il nome e la cosa.







IPPIA, ANTIFONTE E TRASIMACO.......IL TEMA DELLE LEGGI

Vi e un altro ambito di riflessione che risulta essere tipico della sofistica,quello dell'origine delle leggi,della loro validità e della loro continuità. Interessanti ,a questo proposito,sono le soluzioni di Ippia e di Antifonte. Essi teorizzano la superiorità della legge di natura, immutabile e uguale per tutti in ogni paese, rispetto a quella positiva,cioè posta dagli uomini,mutevole e relativa ai vari Stati.



           


Ben piu radicali sono le tesi di Trasimaco . Egli arrivò ad affermare che le leggi non sono che strumenti di cui i gruppi più forti si servono per garantire i propri interessi a scapito dei più deboli. La giustizia non sarebbe un valore universale e naturale,ma coinciderebbe con l'insieme di norme inventate dalle classi potenti per garantire i propri privilegi.




















Commenti

Post popolari in questo blog

Platone

Empedocle,Anassagora e Democrito

Primavera, estate, autunno, inverno... e ancora primavera